Dopo il passo falso con la Sanrocchese alla prima di campionato, anche l’esordio casalingo dei Celtic Dragons finisce con una sconfitta di misura contro il Cabiate, anche se maturata in maniera diversa, da un lato con qualche aspetto positivo in più, dall’altro con delle note dolenti da dover sottolineare.

Un segnale di miglioramento è la fase difensiva della squadra, visto che dopo l’iniziale svantaggio arrivato grazie ad un colpo di testa su lancio lungo dalle retrovie che scavalca Di Sevo e trova la stoccata vincente dell’esterno ospite, per il resto del primo tempo Spinelli, a differenza di San Rocco, nel quale ha dovuto compiere diversi interventi decisivi, effettua una sola parata.

Questa volta però è l’organizzazione di gioco a far registrare dei peggioramenti rispetto ad una settimana fa, dal momento che i Dragons, pur avendo delle occasioni, non sono lucidi nel trovare la via del gol né mostrano un gioco particolarmente fluido.

L’aggravante poi è che nella ripresa dopo dieci minuti il Celtic guadagna la superiorità numerica per doppia ammonizione di un giocatore del Cabiate e, addirittura, nel finale rimane 7 contro 5 per espulsione di un giocatore reo di aver insultato Elezi; nonostante tutto questo, e nonostante essere riusciti a giocare ad una porta per tutta la ripresa, i Dragons non riescono a trovare la via del gol, attaccando in maniera poco lucida e fallendo diverse occasioni da gol.

Per la prima volta arriva così una partita a reti bianche per il Celtic, mai accaduto in tre anni di storia, così come gli 0 punti dopo le prime due gare di campionato e, collegandosi al finale della scorsa stagione, la quarta partita consecutiva senza vittorie sia in assoluto che sul campo di Giussano.

Snocciolati tutti questi numeri negativi, rimane da dire che i Celtic Dragons sono coscienti della difficoltà del proprio campionato ma, dopo le tre straordinarie stagioni passate, con due promozioni (e relativa vittoria del campionato) e una qualificazione play-off in Serie A, non hanno nulla da dimostrare nè agli altri né a se stessi, sanno solo di dover giocare ogni partita al meglio delle proprie possibilità, sperando che la condizione fisica migliori e che la fortuna torni a sorridere.